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Vella, Randolfo | Arquivo Histórico-Social / Projecto MOSCA

Nome: Vella, Randolfo
Nome Completo: Randolfo Vella


Nota Biográfica:

Fotografo ambulante, commerciante legnami, rappresentante di commercio

Grotte (Agrigento) 20.4.1893 da Giuseppe e Concetta Paladino - Verona 13.11.1963 Nel 1927 i fratelli Diego e Dante, che si trovano a Roma, vengono arrestati perché sospettati di detenere esplosivi; saranno rilasciati dopo molti mesi di carcere. Anche Randolfo è diffidato e arrestato, ma posto in libertà, espatria clandestinamente nel 1927 in Svizzera, seguito nel marzo 1928 dalla tribù, a esclusione di Diego e Attilio. La Tribù si stabilisce prima a Lugano poi a Ginevra, composta “ora da 14 o 15 persone: quattro fratelli, tre dei quali con le rispettive famiglie, un cugino e due sorelle giovani”. I 4 fratelli sono Antonio, Randolfo, Giuseppe e Dante (i primi tre ammogliati: Randolfo e Giuseppe hanno sposato due sorelle Paladino, Giuseppina e Arpalice). Il cugino si chiama Diego, nato a Racalmuto il 15.2.1901 alla fine degli anni 30 si trasferisce negli USA. Le due sorelle, Gesuela (6.10.1884) e Carmela (31.12.1888) collaborano alle attività politiche dei fratelli. Randolfo ha due figlie: Folgore e Saggia . Grazie all'editore Carlo Vanza e alla collaborazione di Camillo Berneri, la tribù fonda a Biasca /TI la rivista mensile antifascista Vogliamo! che si propone di arginare la “incessante penetrazione fascista nella Svizzera, in particolar modo nel Ticino”. Nel luglio 1930 la redazione è costretta a trasferirsi ad Annemasse, in Francia, per motivi di lavoro di Vella; poi riprenderà a Lugano sotto la direzione di Vanza. I Vella collaborano nel frattempo alla stampa anarchica interazionale in particolare al Il Risveglio e a L'Adunata dei refrattari di New York. Nell'agosto 1930 scoppia una furiosa polemica coi comunisti del giornale Falce e martello di Lugano, che li accusano di essere delle spie fasciste, portando come prova il loro alto tenore di vita. La polemica si conclude con la vittoria dei Vella in tribunale. Le condizioni economiche della famiglia si vanno in realtà facendo sempre più precarie. Randolfo che commercia specialmente in “generi alimentari, mari e ricami” e Giuseppe, titolare di una ditta di legnami e cornici dorate, sono costretti a spostarsi frequentamente per l'Europa; Antonio s'impiega presso la ditta Peisner di Lugano, quale piazzista di ingrandimenti fotografici. Nel 1932 Randolfo pubblica "Pre-anarchia", un opuscolo sull'organizzazone della società post-rivoluzionaria che solleva nel Movimento anarchico critiche contrastanti. Alcuni lo ritendono vicino al piattaformismo (lo stesso autore dichiara di essersi ispirato all'esperienza maknovista), altri lo elogiano per aver posto sul terreno questioni, come quelle dell'amministrazione dei liberi comuni, della creazione dei consigli economici di gestione, dell'approvigionamento del popolo, della riorganizzazione dei trasporti e soprattutto della difesa sociale, che diverranno attuali durante la Rivoluzione Spagnola. Le critiche meno favorevoli le riceve dagli antiorganizzatori come Gigi Damiani e Nino Napolitano che gli chiederanno se “per l'attuazione della sua Preanarchia è necessaria una maggioranza... preanarchica, oppure basta un colpo di mano fortunato di una minoranza per dettar legge”. Sta di fatto che la visione preanarchica di Randolfo influenza visibilmente i deliberati dei Convegni degli anarchici italiani, che si svolgeranno in Francia negli anni Trenta, da quello di Puteaux dell'11-12.11.1933 che porta alla costituzione della FAPI, a quello di Chambéry del 20.12.1934 che egli presiede, a quello infine di Sautrevilkle del 1-2.11.1935. In questi anni risiede a Cannes, dove periodicamente riceve la visita dei fratelli Giuseppe e Dante, e da dove a sua volta si sposa agevolmente verso Grenoble, Chambery e la Svizzera. Assume un ruolo di primo piano tra gli esuli in Francia, che rappresenta ai Congressi della LIDU, tenuti a Bordeaux nell'ottobre 1933 e a Grenoble col fratello Giuseppe e con Bertoni, esattamente un anno dopo. Fine agosto 1936 si reca in Spagna dove figura come miliziano nella Colonna nella Ascaso. Nel febbraio 1937 è in Francia (sostituito al fronte dal fratello Dante) e si stabilisce a Annemasse. Subisce l'ostracismo dei compagni per l'improvviso rientro in Italia di Giuseppe del 5.11.1936; pure Antonio richiede di rientrare in Italia, ma lo potrà solo nel 1940. Anche Randolfo va dal console il 22.7.1937 e dichiara che “rientrando in Italia sarà rispetttoso delle leggi...”. Il 30 maggio 1940 gli viene infine concesso di portarsi in Italia e curare la salute malferma. Durante la guerra restano in Svizzera a Lugano solo Dante e Gesuela. Dopo l'8 settembre i Vella partecipano alla lotta clandestina e Randolfo tiene comizi e conferenze in tutta italia, presiede il Convegno interregionale costituitivo della FACLAI con Failla e Fedeli, collabora a Umanità Nova e a Il Libertario. Da tempo malato si spegne a Verona, preceduto di qualche mese dal fratello Antonio.

Nota do Autor: Cantiere biografico degli Anarchici IN Svizzera






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